La chiave di volta per lo sviluppo delle aziende di valore.
Ci sono due momenti davvero importanti nella vita di un essere umano: il primo è quando si nasce, il secondo è quando si scopre perché si è nati.
Nel 1997 la psicologa Danah Zohar coniava il termine “intelligenza spirituale”, con il quale indicava quell’aspetto della nostra intelligenza che si manifesta ad un livello di consapevolezza relativo al “meaning and purpose”, ovvero a quella particolare forma che ci permette di contattare e realizzare il significato, lo scopo e il proposito della nostra vita.
In altre parole, di realizzare il nostro sogno.
Se partiamo dal presupposto che un’azienda, composta dalle sue persone, è essa stessa un essere vivente, come tale possiamo ipotizzarla dotata di un’anima, e cioè di quell’essenza dalla quale dipende lo scopo per cui è al mondo.
Come un corpo umano, anche lei è dotata di molteplici sistemi e apparati vitali. Esiste infatti il sistema strategico, il sistema amministrativo, il sistema marketing, il sistema produttivo, il sistema commerciale e persino una dimensione più sottile: la capacità di intelligere, ossia di leggere dentro, di andare oltre la realtà e gli ordinari aspetti che riguardano i meri ingranaggi aziendali.
Tutti sistemi intelligenti, che dovrebbero interfacciarsi ed essere efficacemente interconnessi.
A questo corre in aiuto l’intelligenza spirituale, la quale altro non è che quella tipologia di intelligenza che permette di dare un senso a queste interconnessioni, così come all’agire di ogni singola cellula operativa.
Rappresentando, de facto, un acceleratore della produttività e quindi delle performance del singolo e del team.
Essa si fonda su alcune spiritual skills di base, le quali fungono anche da indicatori del livello di intelligenza spirituale raggiunto da un’azienda o da una persona. Se coltivate, permettono all’organizzazione di identificare con più chiarezza il proprio scopo e, nel tempo, di realizzare la propria missione nel mondo.
1. Auto consapevolezza
Corrisponde alla capacità di essere consapevolmente presenti a se stessi, vivendosi e ascoltandosi ad un livello profondo.
Questa particolare skill si dirama in quattro skills minori:
- la consapevolezza di ciò in cui crediamo: la maggior parte di noi lavora per soddisfare i sogni di altre persone senza avere mai il coraggio di ascoltarsi in profondità, scoprendo e realizzando ciò in cui crede davvero;
- la consapevolezza dei nostri valori: una vita felice è prima di tutto una vita coerente con i nostri valori nelle scelte e nelle azioni quotidiane;
- la consapevolezza di ciò che realmente ci motiva: una vita ricca è una vita spesa per ciò che ci entusiasma di più e che non ci stancheremmo mai di fare;
- la consapevolezza di ogni momento: è grazie a lei che riusciamo a vivere pienamente ogni istante della nostra esistenza.
2. Coerenza
Grazie a lei agiamo in accordo con le nostre convinzioni e con i nostri principi.
Molti di noi credono di essere coerenti perché rispettano rigidamente una linea di pensiero pre-stabilita, ma essere coerenti significa vibrare all’unisono con il proprio cuore, essere capaci di cavalcare le sue onde e respirare attraverso le sue maree; coerenza è coraggio di seguire l’Invisibile che c’è in noi, facendone la bussola della nostra vita.
Quella della coerenza è una parola bellissima: deriva dal latino cum haerere, e significa “tenere insieme”.
Siamo coerenti non tanto quando diciamo la verità, ma piuttosto quando in ciò che facciamo mettiamo tutti noi stessi. Quando non agiamo solo sulla base del passato o dei nostri principi, ma diamo ascolto e spazio ad ogni parte di noi.
Per essere veramente coerenti, non dobbiamo mai smettere di osservarci e conoscerci, perché nuove parti di noi potrebbero nascere o emergere da una zona d’ombra.
3. Consapevolezza dell’interconnessione
La consapevolezza dell’intima interconnessione fra tutte le forme di vita è una necessità evolutiva di estrema importanza per la sopravvivenza della nostra specie e del nostro pianeta, perché ci porterà a comprendere che dal benessere degli altri deriva anche il nostro, e che non possiamo più ignorare le esigenze del pianeta nella sua globalità.
Siamo invisibilmente interconnessi su tanti livelli alle altre forme di vita e anche per questo stare bene è un dovere verso noi stessi e verso gli altri.
Curare con attenzione la qualità delle nostre emozioni e dei nostri pensieri è fondamentale, perché influenza la vita di tutti, soprattutto delle persone che ci stanno vicine e che amiamo.
4. Compassione
È la qualità che ci permette di sentire l’altro attraverso una condizione di non giudizio, di amore, di comprensione e di profonda empatia. È la virtù che rappresenta lo scopo di ogni essere senziente.
5. Umiltà
È il saper tornare vicini alla terra (humus), ridimensionarci in relazione all’universo ed entrare in una condizione di semplicità.
È la virtù per la quale l’uomo riconosce i propri limiti, rifuggendo da ogni forma d’orgoglio, di superbia, di emulazione o sopraffazione.
6. Capacità di defocalizzare
Significa osservare le situazioni da un punto di vista trascendentale: uno degli esempi più eclatanti per descrivere questa abilità è l’Overview Effect, l’effetto panoramica. Consiste nella capacità di maturare una valutazione delle esperienze attraverso una visione d’insieme defocalizzata e superiore. Questo cambiamento cognitivo nella consapevolezza fu descritto per la prima volta dallo scrittore Frank White nel 1987, dopo aver intervistato ventinove astronauti.
Alcuni di loro riferirono un importante cambiamento nel loro sistema cognitivo causato dall’osservazione della Terra dall’orbita o dalla superficie lunare. Questo effetto percettivo e comportamentale è causato dalla visione della Terra nello spazio: il nostro pianeta viene percepito come una piccola e fragile sfera “appesa nel vuoto”, circondata da una sottile atmosfera che la protegge dall’ambiente esterno che permette alle forme di vita che conosciamo di esistere.
L’Over Effect ha permesso agli astronauti di accedere ad una visione e a una consapevolezza diverse.
Qui i confini culturali svaniscono e i conflitti che dividono le persone perdono di significato.
7. Responsabilità
Un essere umano in grado di assumere la piena responsabilità della propria esistenza, la cui mente è in grado di identificare con chiarezza quali siano le spinte attraverso le quali si crea la realtà personale e collettiva, è capace di un’interazione con essa molto più incisiva e profonda.
Etimologicamente, la parola responsabilità significa “dare responso”. Essere responsabili significa quindi essere abili a dare delle risposte.
Ma risponde a che cosa?
Alle domande che la vita e il mondo ci pongono giorno dopo giorno.
Per riuscirci dovremo comprendere qual è il nostro ruolo personale, d’insieme e di specie, perché non possiamo immaginare di esistere al di fuori dell’ecosistema in cui ci troviamo.
Parallelamente, un’azienda non può prosperare se non presta la dovuta attenzione e cura al contesto in cui opera, assumendosi la responsabilità del proprio operato nei confronti dei propri dipendenti e dei propri clienti.
Pertanto, solamente nella misura in cui siamo consapevoli del nostro ruolo possiamo diventare attenti a noi stessi. E oggi più che mai ci occorre esserlo se vogliamo affrontare il prossimo futuro con la resilienza, la speranza, la progettualità e la proattività di cui avremo bisogno.
Da un punto di vista professionale, sviluppare l’intelligenza spirituale vuol dire mettere a disposizione dell’azienda i propri talenti, ma soprattutto dare un contributo fattivo all’ecosistema e al mondo.
Nel marketing umano e nel mondo delle vendite è importante ricordarci, soprattutto quando abbiamo “paura di vendere” i nostri servizi, che dobbiamo porre l’attenzione sul valore che creiamo.
Con il nostro lavoro stiamo offrendo un aiuto e un servizio che potrebbero essere fondamentali per risolvere qualche problema, donare sollievo o cambiare persino la vita di qualcuno.
Riflettere in termini di contributo rispetto alla vita dei nostri colleghi, dei nostri clienti e delle persone intorno a noi, ci aiuta a sentirci più umani e ispirati, a sognare con più libertà e a immaginare una visione del mondo che vorremmo, riconnettendoci così alla nostra missione più profonda.