Dal Public Speaking tradizionale al Digital Speaking Emozionale

25 Febbraio 2022

L’esperienza di un lancio di prodotto che non avrei mai creduto possibile

Zoom, WebEx, Teams: brutto a dirsi, ma bisogna ammettere che ha fatto più il covid per il digital divide che i tentativi di tutti i Governi negli ultimi 15 anni, di qualsivoglia colore politico siano stati.
In tempi di lockdown, organizzare un meeting online con collaboratori e clienti è diventata una scelta obbligata. Non è più un’opzione, non puoi non saperlo fare: passeresti per l’analfabeta trinariciuto dei tempi moderni.
Pensiamo a come sarebbe stato il mondo, quest’anno, senza il digitale. Semplicemente? Si sarebbe bloccato tutto.
Saper dare un’alternativa al cliente è ormai fondamentale: «Vuole che venga a trovarla, oppure preferisce che le mandi un meet di mezz’ora?»; e i commerciali, che all’inizio hanno vissuto con enorme sofferenza l’impossibilita di uscire e andare fisicamente sul mercato, sono quelli che più di tutti si sono dati da fare per trovare un’alternativa capace di mantenere i rapporti con il cliente.
Certo, il meeting online ha regole d’ingaggio molto diverse rispetto a quelle della visita tradizionale; del resto, anche il New York Times ha evidenziato come il “non ti sento” sia, da Zoom a Teams, una delle espressioni trend-topic del 2020. Un problema che non caratterizzava certo gli incontri di lavoro fino a un anno fa.
Eppure, a tutto questo ci siamo dovuti abituare.

Solo un anno fa, ma quanto era diverso!

Oggi la digitalizzazione delle nostre giornate di lavoro ci appare una realtà assodata, ma proviamo a retrocedere le lancette dellorologio fino all’inizio del marzo 2020: qual era il contesto dal quale siamo partiti? Per dirci in modo concreto come sono cambiate le cose, al posto di leziose argomentazioni preferisco raccontare una storia vera.
Sono un consulente aziendale da ormai molti anni e mi occupo di formazione commerciale e manageriale, di comunicazione e di coaching. Il mio più grande cliente è una prestigiosa società di servizi B2B, la cui capogruppo ha sedi in tutto il mondo. Poco più di un anno fa, assieme a loro, stavamo per annunciare un nuovo importante prodotto: un tool di sales acceleration che, per discrezione, chiamerò MARIÒ…

È il febbraio 2020 e, vista la novità, si prospetta un buon successo

La presentazione di MARIÒ si tiene alla tradizionale convention di Kick Off, con 500 persone presenti in sala.
Con Staff, sales e marketing abbiamo lavorato a questo evento per settimane intere. Interviste, filmati, musiche, testimonianze di clienti e agenti, presentazioni e speech: tutto l’evento è incentrato sull’annuncio del nuovo MARIÒ.
La preparazione paga: tutto funziona a meraviglia e la convention è un successo. L’entusiasmo è palpabile, non solo per gli applausi ricevuti dagli oratori, ma anche per i commenti che seguono a cena (molto spesso ben più veri, crudi e diretti delle ovazioni in sala).
In quella occasione, Ceo e General Manager annunciano dal palco due date: il 9 marzo per l’inizio della formazione della rete vendita (200 professionisti), e il 18 marzo per il lancio sul mercato di MARIÒ.
Due date che oggi ci ricordiamo come particolarmente sfortunate, ma cosa ne potevamo sapere nel febbraio 2020?
L’azienda è in fibrillazione: marketing e project manager passano le notti a curare i dettagli, le vendite a pianificare, i capi a motivare e a creare attesa, mentre i commerciali sono già pronti a partire. Ci sono poi l’organizzazione dei due giorni di train the trainer, delle aule, degli alberghi, dei treni e degli aerei… è tutto pronto, quando arriva il fermi tutti.

Ricordo bene quella riunione online convocata dal grande capo con tutti i direttori: «Nessuno può più entrare in azienda, dobbiamo bloccare l’intera programmazione. E dobbiamo scegliere: rimandiamo il lancio di MARIÒ a tempi migliori, oppure lo facciamo lo stesso, ma online? Confrontiamo le diverse opinioni, poi decidiamo che strada prendere» E io: «Ma siamo matti? Un prodotto che la forza vendita aspetta da più di un anno, lo lanciamo online? Ma come si fa? Non si può, è impossibile. Dobbiamo aspettare».
Il capo, però, è risoluto: «Capisco, ma non possiamo posticipare, faremo la formazione online». Quasi tutti sono d’accordo con lui e io non ce la faccio a convincerli. L’unica cosa che riesco a portarmi a casa (magra consolazione!) è un po’ di tempo per poter rimodellare il disegno formativo dei 200 sales manager, (i quali poi dovranno andare a presentare il nuovo prodotto sul mercato): «Ok, partiamo online, ma scordatevi che si possano fare riunioni di 8 ore in aule virtuali… adesso non so come faremo, dateci una settimana per pensarci e vi portiamo il nuovo progetto».
Assieme al team marketing e a quello di prodotto ci mettiamo al lavoro e, in pochi giorni, ci inventiamo una nuova agenda da sottoporre ai manager delle vendite.
Rispetto all’originale, è completamente rivoluzionata. Le formazioni online dovranno durare 3 ore al massimo, ma essere numericamente di più e più frequenti (da un unico corso ad un percorso di più sessioni), ed essere spalmate nell’arco di 3 settimane per dar modo di sperimentare in prima persona quanto appreso.
Questo complicato gioco d’incastri esige una capacità organizzativa prussiana: se sgarri una tappa, salta tutto. Fortunatamente, lavorare con un management team di professionisti riesce a fare la differenza e tutto, anche questa volta, procede al meglio.

Un lieto fine… non senza difficoltà

Ho perso il conto di quante decine di lanci di prodotto ho curato durante la mia carriera, ma quello che mi è capitato di vivere tra l’aprile e il maggio 2020 lo ricorderò per sempre come il più sorprendente, emozionante ed entusiasmante esempio di risposta corale ad un contesto che, senza mezzi termini, è stato molto più che drammatico.

In quei mesi ho visto centinaia di commerciali mettersi in gioco, così come (e per primi) i loro capi, per diventare dei trainer nelle aule virtuali: nessuno si è risparmiato, ciascuno ha fatto la propria parte nelle videoconferenze e, pian piano, abbiamo preso la giusta direzione.
Certo, abbiamo commesso anche molti errori. Io per primo sono stato il triste protagonista di alcuni di questi.
Una volta, nel pieno di una riunione, ho letteralmente perso il lume della ragione nel vedere mio figlio 19enne uscire di casa in contravvenzione alle regole; dopo due abbondanti minuti di improperi, ricevo una timida telefonata da uno dei presenti che mi avvisa di avere il microfono accesso…

Nonostante tutto, però, partire online ci ha dato una quantità indescrivibile di vantaggi: a parte la rapidità nel time to marketing (questa diamola pure per scontata), l’esperienza è stata una palestra davvero importante.
Perché attraverso un numero di prove enorme ed estenuante, abbiamo finalmente capito come coinvolgere il pubblico di una videoconferenza.

Abbiamo compreso che presentare prodotti e servizi, o accreditare un‘azienda con la videoconferenza, è pratica molto diversa dal farlo in presenza, e va allenata; che non c’è un immediato riscontro del cliente grazie al linguaggio del corpo; che dobbiamo saper giocare sulla nostra voce, modulandola e sapendo usare le pause e i salti di tono; che dobbiamo saper raccontare una storia, facendo ricorso ad immagini e partendo dai perché, e non semplicemente descrivere un prodotto; che possiamo fare ricorso alle domande e ai check di verifica per ingaggiare lo spettatore; che la videocamera non ci mangia, e che dall’altra parte c’è pur sempre una persona che, come tale, vuol essere guardata negli occhi, ascoltata e coinvolta. E, soprattutto, vederci sorridere.
Anche il modo di presentarsi è fondamentale: cosa indosso? Tuta o camicia? Cos’è il piano americano? E la barba, il trucco, il setting, la luce…?
Anche quando finirà questo periodo buio, la modalità online resterà una pratica comune: esser diventati bravi ad agirla significa avere aggiunto delle frecce utili al nostro arco.

La scelta giusta non aspetta tempi migliori

Il valore indotto dalla decisione di partire online (che adesso dico giusta, ma quanto ci rimasi male allora… del resto, come direbbe Lowell, solo gli stupidi non cambiano mai idea!) è stato impagabile: il ritrovarci periodicamente a quelle riunioni ha di certo contribuito a ricordarci che le organizzazioni hanno bisogno di un collante umano, di unità, di impianti valoriali solidi e condivisi, di momenti comuni, e il fatto di esserci sentiti meno soli, meno lasciati a noi stessi, in un momento di indimenticabile drammaticità, resterà per sempre inscritto nelle storie personali di ognuno di noi.

Per chiudere il racconto, lanciamo l’ultima spiata dal buco della serratura sui numeri di MARIÒ: oltre 300 vendite, per quasi 1,5 milioni di fatturato.
Insomma, niente male.
Chissà se avessimo aspettato tempi migliori, invece di fare tutto online…!

 

TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE…

Incentivare la forza vendita

Incentivare la forza vendita

È tempo di riconoscere il successo, non solo economico. “Datemi una leva e solleverò il mondo”. Questa, secondo la tradizione, è la frase che avrebbe detto Archimede da Siracusa quando ha scoperto il principio della leva. Nel nostro caso l’incentivo diventa una leva...

La pianificazione crea venditori sicuri

La pianificazione crea venditori sicuri

Dall'analisi, alla segmentazione, all'azione Oggi si assiste ad una vera e propria trasformazione del ruolo di venditore: da piazzista a consulente commerciale, ossia da una vendita spot ad un processo di vendita. La parola processo fa riferimento ad una successione...

Una forza vendita efficace

Una forza vendita efficace

Come costruire e far crescere una squadra valida e motivata Una forza vendita efficace, che sappia completare e seguire il processo di vendita, deve innanzitutto aver ben chiari, dove presenti e identificati, gli obiettivi di posizionamento e l’identità che l’azienda...

Vendere relazioni

Vendere relazioni

Il successo è un viaggio, non una meta.   "Immagina che ogni singola persona che incontri abbia un cartello attorno al collo che dice: fammi sentire importante. Tienine conto e non solo avrai successo nelle vendite, ma avrai successo nella vita"  Mary Kay Ash...

Allineare la forza vendita alla strategia

Allineare la forza vendita alla strategia

La nuova visione del venditore in un nuovo contesto di mercato Oggi il profilo del venditore sta profondamente cambiando. Il venditore è ormai una figura articolata, un professionista in grado di portare soluzioni, incisivo ed efficiente, non più un semplice...

Per essere un buon venditore devi saper ascoltare

Per essere un buon venditore devi saper ascoltare

Se l’udito è un senso, una facoltà naturale, quella dell’ascolto è una abilità che si esercita e che germoglia sull’interesse reale che abbiamo per gli altri e per quello che dicono. Udire è un atteggiamento passivo, ascoltare è un atteggiamento attivo che ci...

Il mondo della vendita è in crisi: abbiamo bisogno di cambiamento

Il mondo della vendita è in crisi: abbiamo bisogno di cambiamento

Cambiamento: rifiuto, shock, rabbia...e il conseguente mal di stomaco! Ecco che cosa significa per me cambiamento, o meglio, cosa significa fare un qualcosa che fino a poco tempo fa rifiutavo di fare, ma che oggi sono costretto a fare perché il mercato lo richiede....

Il Conto Corrente Emozionale

Il Conto Corrente Emozionale

Stephen R. Covey, uno dei maggiori esperti mondiali di crescita personale e nel suo famosissimo e vendutissimo libro “Le 7 regole per avere successo”, ha reso famoso il conto corrente emozionale. Di cosa si tratta? È un’immagine molto efficace di ciò che produce...

Consulente alla vendita e barriere della comunicazione

Consulente alla vendita e barriere della comunicazione

Ogni consulente alla vendita deve sempre ricordare che ci sono alcuni fattori, oltre all’ascolto che possono pregiudicare una comunicazione efficace. Alcuni di questi sono interni ed altri esterni ai soggetti che comunicano. Ad esempio, il linguaggio usato. Scopriamo...

Da tirocinio a lavoro: il valore delle nuove risorse in azienda

Da tirocinio a lavoro: il valore delle nuove risorse in azienda

“Cercasi ragazzo/a appena laureato, con qualche anno d’esperienza”. Questo è un classico esempio di richiesta di requisiti per una candidatura ad un posto di lavoro. Ma come può un giovane laureato da poco avere delle esperienze significative in ambito lavorativo?...

La capacità di intercettare il bisogno

La capacità di intercettare il bisogno

Oggi parliamo di: bisogno espresso e bisogno inespresso Certamente una delle fasi più delicate della vendita è quella in cui il consulente commerciale deve riuscire a far emergere il vero bisogno del cliente per far sì che, una volta arrivati all’offerta finale,...

L’importanza di una relazione vera con il cliente

L’importanza di una relazione vera con il cliente

«Voglio stare con le persone ed essere me stessa»: ecco la convinzione dei miei 24 anni, quando ho scelto di fare l’agente di commercio, declinando gentilmente la proposta di assunzione a tempo indeterminato in una grande azienda del Mantovano come Impiegata...